Ecco il video della piccola incursione di guerrilla gardening al giardino (per ora soltanto area privata abbandonata) di Via Chiuso de’ Pazzi (il Sodo, Firenze).
Vernon Selavy e Gentless3
Sabato 10 dicembre, sfiziosa serata al Nextemerson..
VERNON SéLAVY (Torino)
THEE INCREDIBLE LIVERS (Firenze)
GENTLESS3 (Catania)
Vernon Sèlavy
http://www.staypunk.it/recensioni.asp?id=357
http://www.shitmusicforshitpeople.com/site_2010/index.php?page=index
http://www.ilmucchio.it/fdm_content.php?sez=dalbasso&id_riv=90&id=63
Gentless3
Lun 5 dicembre – assemblea di quartiere
Lunedi’ 5 dicembre – ore 21 – Casa del popolo di Castello (via Reginaldo giuliani 374).
Assemblea di quartiere per un giardino comunitario
Vi ricordate dell’area verde di Via Chiuso de’ Pazzi? Vi ricordate di come l’amministrazione comunale aveva negli anni generosamente distribuito promesse, di come l’aveva designata a “risarcimento” per le ennesime cementificazioni e costruzioni? Vi ricordate quant’e’ grande? Vi immaginate quante cose potrebbero esserci fatte se le venisse restituito l’uso pubblico che credevamo le spettasse di diritto? Non vi è sempre sembrato un paradosso che un quartiere disteso ai piedi delle colline fiorentine abbia cosi’ pochi spazi verdi usufruibili dagli abitanti?
Dopo anni di speculazione e cementificazione i risultati rimangono come cicatrici nel nostro quartiere: il verde pubblico e’ diventato un sogno, il verde privato resta dentro le recinzioni pronto ad essere sacrificato in nome del prossimo ennesimo progetto edilizio.
Eppure questo quartiere meriterebbe di piu’, meriterebbe una piazza, un giardino, tanti spazi dove incontrarsi, passeggiare, riposarsi, giocare.
L’area verde di via Chiuso di Pazzi ad oggi è ancora privata, recintata e abbandonata. Gli stessi rappresentanti del Comune, più volte interpellati dagli abitanti del quartiere, non hanno dato nessuna spiegazione sulla questione, trincerandosi in un muto silenzio e nello stesso momento hanno colpevolmente lasciato decadere la possibilità, già concordata negli anni precedenti con la proprietà, di procedere all’esproprio del terrreno.
Noi siamo convinti che quest’area debba essere pubblica, accessibile, attrezzata e che appartenga di diritto agli abitanti del quartiere.
Vorremmo che diventasse un giardino comunitario, uno spazio verde dove potrebbero convivere frutteti collettivi, orti didattici, serre e semenzai condivisi, un posto dove generazioni diverse potrebbero scambiarsi saperi, dove si potrebbero presentare libri mentre si annaffiano piante officinali.
I passaggi per raggiungere questo obiettivo devono partire da noi abitanti e la prima cosa da fare e’ vedersi e parlarne tutti insieme.
Il giardino che abbiamo in mente deve essere costruito e autogestito collettivamente, deve partire dalla somma delle idee di tutti, deve contenere i desideri, le energie e le aspettative di chi lo abitera’.
Per tutte queste ragioni, convochiamo un’assemblea di quartiere lunedi’ 5 dicembre, alle 21 alla casa del popolo di Castello
Progettazione dal basso del giardino di via Locchi
Riceviamo e pubblichiamo volentieri..
Progettiamo insieme il giardino dietro la scuola Don Minzoni (via Locchi)!
Come nasce l’idea dell’intervento
Nel settembre 2010 a Firenze si tennero 100 assemblee cittadine in 100 luoghi diversi, ripetute a distanza di un anno, organizzate dal Comune di Firenze per coinvolgere i cittadini nell’elaborazione di proposte per la trasformazione di alcuni luoghi della città. In una di queste assemblee venne posta da alcune mamme la questione del giardino di via Locchi sul retro della scuola Don Minzoni. L’associazione “La città bambina” e l’associazione “Architetti senza frontiere” espressero la volontà di sperimentare sistemi di intervento sul verde urbano sostenibili dal punto di vista ecologico, educativo, della qualità del gioco e della modalità di gestione attraverso il coinvolgimento degli abitanti. Nacque così l’idea di collaborare a un progetto sperimentale di trasformazione di un’area verde secondo queste modalità nuove, scegliendo l’area di via Locchi come luogo di sperimentazione e analizzando contemporaneamente tutta l’offerta di luoghi per i bambini nel quartiere.
L’area del progetto. Osservazioni su usi e funzioni
Lo spazio del giardino in questione, se da una parte è “povero” dal punto di vista estetico e progettuale, dall’altra è ricchissimo nel potenziale di uso da parte dei bambini, essendo proprio all’uscita della scuola, luogo di incontro quiotidiano, e presenta paradossalmente delle potenzialità di gioco spontaneo e di avventura proprio grazie all’assenza di strutture di gioco predeterminate e alla presenza di alcuni elementi primari essenziali: l’acqua, la terra, gli alberi. Non servono infatti attrezzature complicate e costose (scivoli, altalene o altro) per esaltare le potenzialità del gioco spontaneo e d’avventura espresse dai bambini, l’importante è riconoscerle e non reprimerle secondo
un’idea di gioco che corrisponde solo alla visione degli adulti. Questo spazio si può migliorare con il contributo e le idee di tutti, ma soprattutto dei bambini stessi. Da qui è nata una prima proposta di laboratorio e di gioco progettuale interattivo realizzato durante la festa di fine anno scolastico a Giugno 2011. Lo scopo era di creare in quella occasione un laboratorio di progettazione partecipata che servisse per lanciare l’attività e sondare le reazioni dei bambini e dei genitori all’ idea di essere coinvolti.
La revoca del finanziamento concesso dall’Autorità della partecipazione alla proposta di sostegno al
processo partecipato presentata dalla scuola
Visti i risultati positivi del primo laboratorio realizzato a giugno abbiamo proposto alla dirigente della scuola di presentare una prima richiesta di supporto all’autorità della partecipazione per la progettazione partecipata del giardino, considerandola una grande occasione di educazione alla cittadinanza attiva e di apertura della scuola al territorio, di restituzione alla scuola di una funzione di catalizzatore di energie collettive che fluiscono dalle aule alle famiglie attraverso i bambini e dalle famiglie alle istituzioni. La proposta è stata accolta da parte dell’Autorità della partecipazione della Regione Toscana, che ha finanziato il progetto con decreto di settembre 2011.
Purtroppo però questa opportunità non è stata riconosciuta come tale dalla dirigente della scuola che, con il suo atteggiamento poco motivato e poco consapevole, ha costretto l’Autorità al ritiro del finanziamento. Noi però non ci rinunciamo….abbiamo entro il 30 novembre la possibilità di ripresentare il progetto con i cittadini come diretti proponenti attraverso una raccolta di firme. E’ per questo che vi chiediamo di collaborare con le associazioni proponenti, per promuovere un laboratorio di progettazione sul giardino che parte dai bambini ma si apre a tutta la cittadinanza. L’idea che muove il nostro approccio alla progettazione degli spazi verdi è che questi spazi
funzionano meglio quanto più le persone se ne appropriano e li sentono vicini, trasformandoli attraverso azioni dirette ispirate alla creatività e ai desideri dei frequentatori, inventando giochi e attività, prendendosene cura…
Chi sono le associazioni proponenti:
La Città Bambina nasce per valorizzare lo sguardo dei bambini nella trasformazione della città attraverso il loro coinvolgimento in
laboratori di progettazione partecipata, cantieri di autocostruzione, attività di educazione ambientale attiva nelle scuole e sul territorio.
Perché se la scuola è aperta, la città è un’aula.
Contatti e info: lacittabambina@gmail.com http://lacittabambina.wordpress.com/
Architetti Senza Frontiere Italia – Toscana nasce a Firenze nel 2011 da un gruppo di professionisti la cui ambizione è
coniugare una forte finalità sociale a quella professionale. L’Associazione è partner di Architetti Senza Frontiere Italia, fondata a Milano
nel 1998 e si inserisce nel network ASF-International assieme a diverse organizzazioni in Europa e nel mondo attive nell’ambito della
cooperazione allo sviluppo sia locale che internazionale. L’azione si concretizza attraverso la promozione e la realizzazione di attività
formative e progetti di architettura che seguano programmi di sviluppo socio territoriale ed ambientale, riconoscendo le comunità
insediate come attori rilevanti dei processi di trasformazione.
Contatti e info: toscana@asfitalia.org http://www.asfitalia.org/
Dom 27 novembre – pizza, musica e documentari
Domenica 27 novembre
- Dal pomeriggio – Music is my food inaugurazione del forno a legna indoor: pizza e musica powered by JokerSmoker Sound
- 21.30 – presentazione del documentario Inshallah. Il viaggio di Mohamed Alì – Ita/59’
Inshallah è la storia di Mohammed Alì, un ragazzo tunisino di 26 anni. È la sua storia ma è anche quella di un’intera generazione, protagonista della rivoluzione tunisina prima e di un esodo di massa verso l’Europa poi. L’attraversamento del Mediterraneo in tempesta, il caos di Lampedusa e poi la tendopoli di Manduria con i suoi recinti. Da lì riesce a fuggire, incontra dei suoi coetanei italiani e assieme a loro continua il suo viaggio verso la Francia, sognando un futuro di libertà.
Trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=hlMkB-M3Big
More info:
http://inshallahthemovie.wordpress.com/
più verde nel quartiere: una proposta del Centro Sociale
Secondo il piano strutturale recentemente approvato il numero di mq a verde disponibile per gli abitanti di questo quartiere corrisponde a 10mq a persona (su un totale Utoe 11di mezzo milione di mq)
Una quantità tale da superare gli standard urbanistici previsti tanto che per i prossimi 10 anni l’amministrazione comunale non ne prevede neppure un metro quadro in più.
Stranamente chi veramente abita nel quartiere non si accorge di tutto cio’.
L’inganno è presto svelato: in questo computo viene considerata qualsiasi area verde presente: dalle aiuole spartitraffico agli spazi privati, dagli alberelli nei parcheggi agli spazi pubblici ma inaccessibili agli abitanti: in alcuni casi in quanto interessati da progetti di riqualificazione che si trascinano da anni, in molti casi in quanto verde abbandonato senza nessun progetto concreto.
In sostanza nell’area che comprende il Sodo, Quarto e Castello, stretta tra via Sestese, la collina, il confine comunale e via delle Panche, la presenza di giardini pubblici e verde attrezzato si riduce a pochissime e frammentate aree per di più delimitate da svincoli e strade configurabili come vere e proprie autostradali come Via Sestese e quindi di fatto inutilizzabili in mancanza di accessi praticabili.
La nostra proposta è semplice: riappropriamoci del verde che ci manca.
Nello stesso momento anche concreta: considerare tutta l’area costituita nella sua parte sud dai terreni adiacenti alla nuova viabilità di via Chiuso dei Pazzi per poi allargarsi man mano che si sale verso la collina dove è circoscritta dalle vecchie perimetrazioni delle ville storiche e dei poderi e qui in cartina definita meglio come un sistema di verde integrato pubblico e accessibile a tutti gli abitanti con una differenziazione al suo interno rispetto ai modi di utilizzo: spazi di gioco, aree di socialità, utilizzo sportivo, orti sociali, aree cani e via dicendo il tutto progettato rispetto alle esigenze del quartiere.
Continue reading “più verde nel quartiere: una proposta del Centro Sociale”
Venerdì 11: Tomorrow’s land
Venerdì 11 al Csa Next-Emerson
ore 20.30 apericena
ore 21.30 proiezione del video autoprodotto “Tomorrow’s land”
How we decided to tear down the invisible wall
At-Tuwani, villaggio palestinese minacciato di evacuazione e costantemente attaccato dai coloni israeliani del vicino inesidiamento di Ma’on.
Da dieci anni, un Comitato di Resistenza Popolare difende il villaggio, attraverso una complessa strategia nonviolenta e l’aiuto di attivisti israeliani e internazionali: un esperimento che può indicare la strada verso un nuovo futuro per la Palestina. Il documentario che presentiamo
raccoglie le storie degli abitanti di At-Tuwani, e ha visto la luce grazie a una campagna di autofinaziamento che ha coinvolto diverse realtà associative tra Brescia e Bologna.
Ameer ha solo 12 anni, ma è già un adulto. Ogni pomeriggio, dopo la scuola, porta al pascolo il gregge di pecore della propria famiglia. Ameer ha un sogno, tramandato di generazione in generazione: vedere la propria terra e il proprio popolo liberati dalle ingiustizie dell’occupazione militare israeliana.
Tutto questo non è un film. Questa è la realtà quotidiana di Ameer.
Benvenuti ad At-Tuwani, piccolo villaggio palestinese di contadini incastrato nelle
aride colline a sud-est di Hebron, nella cosiddetta Area C della West Bank.
Sotto costante minaccia di evacuazione dal 1999, il villaggio è oggetto di ripetuti
attacchi da parte dei coloni israeliani che vivono nel vicino insediamento di Ma’on.
In risposta a tutto questo consolidato sistema di ingiustizie, da dieci anni
è nato il Comitato di Resistenza popolare, diretta espressione della
rivolta della classe contadina locale e, allo stesso tempo, potente destabilizzatore
dei meccanismi di controllo e repressione attuati dall’occupazione israeliana.
L’esperimento politico dal basso di At-Tuwani mette in mostra come le radici profonde dell’odierna società palestinese attraversino una fase di profondo mutamento.
Attraverso una duplice strategia, mediatica e legale, ed una pianificata serie di azioni nonviolente attuate nei territori (azioni di riappropriazione della terra, manifestazioni e cortei contro l’occupazione militare e contro il muro) e con il supporto e la collaborazione di attivisti israeliani e internazionali, il movimento sta
crescendo e si sta affermando in chiave regionale come uno dei possibili percorsi
per costruire ed immaginare un nuovo futuro.
Siamo andati nella West Bank a raccogliere le storie di resistenza degli abitanti di At-Tuwani. Così è nato il progetto che ha portato alla produzione di Tomorrow’s Land, che ha potuto vedere la luce grazie ad una campagna di autofinanziamento denominata “At-Tuwani Project” che, tra Brescia e Bologna, ha coinvolto molte realtà dell’associazionismo e dei movimenti sociali, attraverso la strategia della coproduzione collettiva. Un contributo importantissimo è anche arrivato dai Radiodervish, che hanno
messo a disposizione la loro musica per la colonna sonora del documentario.
Smk Videofactory – 2011
www.smkvideofactory.com
Sabato 29 ott – Il carcere manicomio
Sabato 29 ott.
ore 19 – 21: apericena
ore 21.30 presentazione del libro “Il carcere manicomio” di Salvatore Verde (da http://www.ilcarceremanicomio.it e’ possibile scaricare il libro gratuitamente)
Questo libro denuncia la proliferazione di nuovi luoghi dell’internamento, indotta dal precipitare verso la forma carcere/manicomio di quel vasto panorama di istituzioni sociali nate con l’affermarsi dello stato sociale, e che avevano il compito di governare il disagio, la sofferenza, la devianza, la diversità. Poiché si tratta di una dinamica estesa, diffusa, tendenzialmente prevalente, che dalla prigione e verso la prigione costruisce nuovi saperi e poteri di gestione della crisi sociale contemporanea, bisogna moltiplicare le vigilanze democratiche, le azioni di tutela, le pratiche di aiuto a tutta quella umanità che è vittima, parafrasando Franco Basaglia, dei “crimini di pace”.
Pizza e libri
Domenica 9 ottobre
Dalle 19 in poi.. pizza nel forno a legna (autocostruito, in terra cruda e potentissimo!)
Dopo cena (ma presto che il giorno dopo si lavora!)
Marco Philopat & Duka presentano:
Rumble Bee e Crass Bomb
Rumble Bee
Romanzo
di Duka e Marco Philopat
Traduttori, grafici, correttori di bozze, direttori di collana e magazzinieri. Tutto il settore dell’editoria è sceso in piazza scontrandosi con la polizia.
La crisi divora anche le ultime certezze e Malcolm lo sa bene. Da anni occupa un ambiguo ruolo nell’editoria indipendente, a metà tra lo scrittore e lo standista. A peggiorare la sua condizione sopraggiunge l’innamoramento per una donna ricca e irraggiungibile.
Deciso a inseguire la rivolta, coinvolge una banda di amici senza scrupoli a lanciarsi in avventure grottesche e tragicomiche. Come sciami d’api, colpiranno i punti nevralgici di un immaginario ribelle che aspetta solo la scintilla giusta per esplodere.
Rumble Bee è un romanzo in presa diretta, che nasce dai racconti orali e dai sogni alterati ma profetici dei due autori. Narra le convulsioni di un mondo sull’orlo del precipizio, dal terremoto in Abruzzo fino alle code davanti alla Deutsche Bank in fallimento, da una Londra in fiamme a un traffico internazionale di cani pregiati. Dalle cavalcate a dorso di cammello in Egitto a quelle in renna al controvertice di Copenaghen. Dagli scontri del 14 dicembre 2010 a Roma fino all’insurrezione totale in arrivo al prossimo Salone del libro di Torino.
Il Duka è l’ironico bardo della controcultura romana. Ha pubblicato I hate music e Roma k.o.
Marco Philopat è agitatore culturale e scrittore. Ha pubblicato: Costretti a sanguinare, La banda Bellini, I viaggi di Mel, Lumi di punk e Roma k.o.
e
Crass Bomb
L’azione diretta nel punk
di DIY
Dio e poliziotti nelle strade, nelle scuole, nelle case. Hanno il tuo nome, il tuo numero, tu hai solo le loro regole. Stiamo cercando i metodi per rimuovere questi poteri. È tempo di cambiare le carte in tavola, il futuro appartiene solo a noi.
da Big A Little A – Crass (1980)
Attivi dal 1977 al 1984, i Crass furono un collettivo politico e musicale che s’impegnò a fondo per trasmettere un ideale consapevole ed egualitario. Sono considerati i fondatori della scena anarcopunk e i principali promotori delle pratiche del Do It Yourself.
Il loro originale concetto di azione diretta comprendeva, oltre ai concerti in cui mischiavano arti visive e incitamenti anarchici, anche attività di coordinamento di comunità post-hippy e spazi occupati, la redazione di riviste underground e una casa discografica. I Crass hanno sovvertito la cultura dominante, infliggendo un segno indelebile sulla vetrina patinata della società dello spettacolo, con un messaggio radicale che ancora oggi può servire da detonatore per migliaia di giovani potenziali attivisti del dissenso.
Crass Bomb è un libro antologico con i migliori saggi, i racconti e le grafiche del gruppo libertario che all’epoca rappresentò una vera bomba a orologeria pronta a scoppiare contro gli squali del business che speculano sulla ribellione giovanile.
Completa il volume una struggente dichiarazione scritta nel 2009 da Penny Rimbaud, ex batterista della band, e alcune traduzioni emotive di loro brani musicali firmate da ex punk e traduttori professionisti che per primi hanno amato i Crass.
DIY (acronimo di Do It Yourself) è un collettivo editoriale formato dalle redazioni di Agenzia X e La Felguera Ediciones di Madrid.
Pecora – Jerrinez
Inauguriamo quest’oggi l’abitudine a pubblicare su questo blog del materiale in piu’ sui gruppi musicali che suoneranno al NextEmerson prossimamente.
Ecco due video su due dei gruppi che suoneranno sabato 1 ottobre, insieme a Fine del Mondo e Apocalyps Reading (dei tipi di Collane di Ruggine).
Jerrinez…
Pecora… (parte della registrazione del concerto in Torchiera, nel 2010)