La NextEmerson Family e’ lieta di presentare….
Venerdi’ 24 maggio
ore 22 -puntuali-
NextEmerson Cabaret 2013
Tema Horror!
Gradito il vestito in stile
La NextEmerson Family e’ lieta di presentare….
Venerdi’ 24 maggio
ore 22 -puntuali-
NextEmerson Cabaret 2013
Tema Horror!
Gradito il vestito in stile
Tre giorni di discussione alla facoltà di Agraria, parco delle cascine
ore 17 – Tratta e lavoro migrante; con Sara Palli (Bsa Toscana) e focus sulla prostituzione con Nicoletta Zocco (unità di strada Street Lights)
A seguire APERICENA
ore 21,30 – Invisibili; proiezione del documentario a cura del Comitato Antirazzista di Saluzzo
ore 17 – Prigione Europa; con Emilio Quadrelli e Macerie (TO) A seguire APERICENA
ore 21,30 – Mare chiuso; proiezione del film
ore 15 – Medicina di strada; con il progetto Naga (MI)
ore 17 – Riappropriazione e autonomia nella crisi; con il Movimento di Lotta per la Casa di Firenze
Come lo scorso anno, il 9 maggio l’Istituto Universitario Europeo, che ha sede a Fiesole, organizza a Palazzo Vecchio una conferenza per prendere le decisioni riguardo le politiche dell’UE, intitolata “Lo stato dell’Unione: edizione 2013”. Interverranno policy-makers (politici, ormai ridotti a meri esecutori), leading academics (accademici al comando, quelli che noi in Italia chiamiamo baroni) e opinion leaders (quelli che definiscono le linee ideologiche da percorrere). Fra questi ci saranno anche José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, e Mario Monti, quel professore della Bocconi ormai tristemente noto alle cronache italiane.
Il tema di quest’anno sarà l’immigrazione.
Ci sembra evidente, da parte nostra, come ancora una volta i padroni dell’Unione Europea vengano a giustificare la guerra che portano avanti contro i popoli del vecchio continente e non solo.
Nell’ottica, cara a governi e mercati, di massimizzare il profitto, i flussi migratori ricoprono un ruolo imprescindibile. Gli immigrati di prima generazione costituiscono una vera e propria riserva di lavoratori da sfruttare, poiché non hanno nessun’arma per negoziare il prezzo dell’unica merce in loro possesso: il loro corpo.
Inoltre, la figura dei lavoratori “a basso costo” viene abilmente usata nella retorica razzista per dividere i lavoratori e schierarli gli uni contro gli altri: così, mentre c’è chi si lamenta degli “immigrati che ci rubano il lavoro”, qualcun altro continua a rubare le vite tanto dei primi quanto dei secondi, arricchendosi alle nostre spalle.
Ancora una volta noi non veniamo chiamati in causa, e subiamo le conseguenze delle decisioni di questi signori. L’Europa unita, sogno illusorio delle generazioni che hanno visto la guerra, si è rivelata un incubo. Proprio lungo quei confini dove si pensava che “se passano le merci non passano gli eserciti” transitano oggi tutti i tipi di merci da mettere in vendita: donne, uomini, bambine e bambini, armi, droga, e, non ultimi, gli eserciti.
Dal 10 al 12 di Maggio ci incontreremo alla facoltà di Agraria per discutere e cercare risposte collettive, estranee alla logica imprenditoriale con la quale l’Unione Europea pretende di decidere delle nostre vite.
Riprendiamoci i nostri spazi di condivisione dei saperi e organizzazione collettiva.
#Agorà2013
Quattro anni fa il ritornello della “crisi” iniziava a circolare nei discorsi dei politici e in Tv. Da lì alla richiesta di sacrifici è passato poco: austerità per tutti per salvare i “mercati” e “il paese”.
Dal 2008 al 2010, in tutte le città italiane gli studenti hanno invaso le piazze, bloccato strade e binari ferroviari, occupato scuole ed università. “Noi la crisi non la paghiamo” è stato lo slogan che è rimbombato un po’ ovunque…
Oggi che i sacrifici non sono più parole ma una realtà diffusa ed è chiaro a tutti che chiedere non serve a nulla, questo slogan non può che essere messo in pratica. Infatti…
Di fronte all’impossibilità di continuare a pagare gli affitti, decine di esecuzioni di sfratto vengono bloccate grazie alle reti di mutuo soccorso nate tra persone sotto sfratto e occupanti di case che hanno presidiato in massa le case il giorno fissato per l’intervento della forza pubblica. Le occupazioni delle case sfitte e degli stabili abbandonati alla speculazione sono un’altra delle risposte messe in campo da famiglie sfrattate e giovani non disposti a pagare per una stanza quello che si guadagna in un mese di lavori e lavoretti…
Aiutandosi reciprocamente per bloccare gli sfratti, occupando insieme le case, aprendo una spazio aperto di incontro e auto-organizzazione, si scopre quante cose sono possibili quando non si è più soli ad affrontare i propri problemi (che di “personale” – in realtà – hanno ben poco). Sono mille le possibilità che si aprono…
E’ solo attraverso le lotte che possiamo riappropriarci dei nostri territori. Perchè alla desertificazione delle strade e delle piazze si risponda con la moltiplicazione delle occasioni e degli spazi di incontro. Perchè all’isolamento individuale si risponda con la costruzione di rapporti di mutuo soccorso ed esperienze di autogestione. Perchè si sottraggano i territori dalle grinfie di sfruttatori e speculatori e per riorganizzarli in funzione dei bisogni di chi li abita e vuole viverli.
VENERDI’ 3 MAGGIO
ORE 17 PIAZZA DALMAZIA
CORTEO CONTRO GLI SFRATTI IN DIFESA DELLE OCCUPAZIONI
La delibera della giunta comunale del 29/01/2013 è, nei fatti, un vero e proprio documento politico.
Con questo passaggio, preliminare alla definizione del Regolamento Urbanistico e camuffato da atto tecnico, l’amministrazione pubblica istituisce il meccanismo della “manifestazione d’interesse”: la possibilità, cioè, che i proprietari di aree superiori ai 2000 mq definiscano i loro progetti su queste aree.
Nei fatti l’amministrazione pubblica rinuncia al proprio ruolo dando mandato ai privati di ridisegnare la città considerato che la totalità di queste aree ammonta a più di 1 milione di mq.
Tutto cio’, peraltro, in contraddizione con le modalità messe a punto dalla Regione Toscana con la legge 40/2011 la quale prevede che: 1 i progetti debbono rientrare in una politica generale con una preventiva ricognizione sistematica da parte del Comune; 2 la redazione del progetto sia bandita pubblicamente; 3 il progetto vincitore venga discusso dalla cittadinanza.
Il Piano strutturale fiorentino rinuncia a dare indicazioni per la localizzazione delle funzioni da insediare, non tratta nodi essenziali come la riqualificazione delle periferie e il recupero a uso sociale del centro storico o le colline, tace colpevolmente su definizioni che sarebbero essenziali come quelle di statuto del territorio e invariante (anche qui peraltro in contraddizione con decreti regionali). Non solo, adducendo risibili problemi di bilancio e non specificati ostacoli della sovrintendenza alle Belle Arti, non formula nessuna proposta sulle aree pubbliche dismesse, dalle ex-caserme militari al vecchio tribunale, salvo poi quantificare in maniera precisa il regalo alle consorterie edilizie e immobiliari della città prevedendo di destinare a residenza il 70% delle aree dismesse private. Tutto ciò nonostante la forte caduta della domanda di case sia per la crisi economica sia per la decrescita della popolazione comunale e aumentando così a dismisura cementificazione e bolla edilizia. In sostanza un Piano strutturale che rinuncia del tutto a un’idea di città sostenibile, a misura d’uomo, le cui trasformazioni partono dall’individuare i bisogni di chi la città la vive, nei quartieri e sui posti di lavoro, rimandando così le decisioni al Regolamento Urbanistico a cui di fatto vengono demandate le scelte cruciali della trasformazione della città. Una scelta ben precisa che di fatto sancisce la riedizione della logica delle continue varianti già utilizzata col piano regolatore e che individua la destinazione d’uso di un’area o qualsiasi altra trasformazione urbanistica non tanto rispetto ai bisogni dei cittadini quanto alla possibilità di profitto da parte dei padroni della città.
Abbiamo quindi un Piano Strutturale che ripropone la consueta “deregulation”, lascia anche troppa libertà di azione al Regolamento Urbanistico, per poi arrivare alla scelta che per le trasformazioni dei volumi ci si affida ai progetti dei proprietari.
L’assessore Meucci sostiene che con questa delibera vuole “conoscere le proposte dei cittadini”. Siamo a “ritorno al futuro 4” un salto temporale all’indietro dove i cittadini e quindi gli “aventi diritto” erano solo i proprietari terrieri e le persone di “censo elevato”
Venerdì 19 ore 11 , via del Castagno (zona Ponte al Pino) il Csa Next-Emerson porta la propria “manifestazione d’interesse” collettiva insieme a comitati e associazioni di base all’assessorato all’Urbanistica
Domenica 3 marzo
Quinto appuntamento (ultimo!) con Cuochi for Genova.
ore 20.30 gran cena a cura del TangoSognato
ore 22.30 presentazione di Amianto, con Alberto Prunetti.
Per l’occasione, una parte del ricavato del libro andra’ benefit a Supporto Legale.
Attenzione
Come le altre volte, la cena e’ a numero chiuso. Prenotatevi entro giovedi’ 28 febbraio scrivendo a cuochi4genova @ insiberia.net
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Amianto
Una storia operaia
di Alberto Prunetti
Un libro terribile e bellissimo. Dolore, divertimento, pena, riflessione, compartecipazione. Una nuvola di sensazioni alternanti e contrapposte, quali solo uno scrittore vero riesce a condensare.
dalla prefazione di Valerio Evangelisti
Questa è la storia di Renato, un operaio cresciuto nel dopoguerra che ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Un lavoratore che scioglieva elettrodi in mille scintille di fuoco a pochi passi da gigantesche cisterne di petrolio. Un uomo che respirava zinco, piombo e una buona parte della tavola degli elementi di Mendeleev, fino a quando una fibra d’amianto, che lo circondava come una gabbia, ha trovato la strada verso il torace. Poi, chiuso il libretto di lavoro, quella fibra ha cominciato a colorare di nero le cellule, corrodendo la materia neurale. Una ruggine che non poteva smerigliare, lesioni cerebrali che non poteva saldare.
Amianto è una scorribanda nella memoria tra le acciaierie di Piombino e quelle di Taranto, tra le raffinerie liguri e gli stabilimenti di Casale Monferrato, tra il calcio di strada in un’Ilva dimenticata in provincia e le risse domenicali lungo la via Aurelia. Un Lessico famigliare proletario con cavi elettrici impazziti e sarcastici aneddoti dal mondo operaio. Un’epopea popolare ma anche un’inchiesta che riapre una ferita sociale, scritta da una voce narrativa che reclama attenzione e conferma un talento sempre più maturo.
Alberto Prunetti è nato a Piombino (LI) nel 1973. Suo padre era saldatore e tubista. Ha scritto Potassa (2003), L’arte della fuga (2005) e Il fioraio di Perón (2009). Ha collaborato con “il manifesto” e “A-Rivista” ed è redattore di Carmillaonline.
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Conversazione con Alberto Prunetti su Giap—> Classe operaia, anima precaria. Conversazione con Alberto Prunetti, autore di «Amianto»
Lettera di un padre su Amianto di Alberto Prunetti, su Carmillaonline—> http://www.carmillaonline.com/archives/2013/02/004634.html
Intervista a Fahreneit, su Radio3—> http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-f4cd47c0-423c-4867-be9a-778b1360aee5.html
Si avvicina il decimo anniversario della morte di Davide Cesare, Dax,
compagno del movimento milanese.
Il 16 marzo 2003 tre fascisti lo hanno ucciso a coltellate, aggredendo
lui e i compagni con cui stava camminando nel quartiere ticinese,
vicino al suo centro sociale. La polizia ha rallentato l’arrivo delle
ambulanze, contribuendo al fatto che Dax arrivasse già morto
all’ospedale San Paolo. Qui le “forze dell’ordine” hanno messo in atto
una vera e propria macelleria con cariche e cacce all’uomo dentro e
fuori dall’ospedale pestando i compagni che si erano radunati per
avere notizie di Dax con manganelli e mazze da baseball, accusandoli
di voler portar via la salma. Oltre il danno anche la beffa: i
compagni che hanno sporto denuncia per questa barbarie sono anche
recentemente stati condannati al pagamento di 130mila euro di spese
processuali.
Tutti gli anni noi compagni e compagne di Dax siamo scesi in piazza il
16 marzo per ricordare Dax e portare avanti la sua stessa lotta contro
razzismo e fascismo.
Quest’anno stiamo organizzando tre giornate di movimento.
Il 15 marzo i collettivi studenteschi scenderanno in piazza con un
corteo che partendo dal mondo della scuola, meticcio e nemico
dell’ignoranza per eccellenza, attraverserà la città di Milano. Alle
ore 21 all’Area Grizzly si svolgerà un’assemblea internazionale a cui
parteciperanno Marcha Patriottica (Colombia), Antifascist Network
South Athens (Grecia), Yaballa Youth Activity Center (Palestina),
Antifascisti dalla Russia.
Per il 16 marzo l’appello alla mobilitazione è nazionale, con un
corteo che partirà alle 15 da piazza XXIV maggio, costruito da tutti
quelli che in tempi di crisi rifiutano l’austerity e allo stesso tempo
la via sedicente alternativa dei rigurgiti nazionalisti, della guerra
tra poveri, della desolidarizzazione e del razzismo e che costruiscono
conflitto, antifascismo, antirazzismo e mutuo soccorso sui propri
territori, nei quartieri popolari, nelle metropoli, nelle scuole e
nelle università. Al termine del corteo l’invito è rivolto a tutti per
rimanere al concerto all’Area Grizzly.
Il 17 marzo, invece, la giornata sarà dedicata allo sport e alle
palestre popolari.
Abbiamo voglia di costruire questi appuntamenti in tanti e da tutti
Italia, per questo anche noi stiamo organizzando un tour in cui
presentare le iniziative, in particolare lo spezzone antirazzista e
per il diritto all’abitare che stiamo costruendo, anche portando con
noi la nostra autoproduzione sulle pratiche di mutuo soccorso.
Ci piacerebbe farlo in momenti pubblici e aperti di scambio, confronto
e discussione sull’importanza che ha questo decimo anniversario dalla
morte di Dax.
C.s.a. Cantiere – Milano
Giovedì 28 Febbraio ore 21.30
Spazio Interculturale Kulanka
(via L. Giordano sotto il cavalcavia delle Cure)
Presentazione della 3 giorni con le/ i compagn* del Cantiere
Csa Next-Emerson