C’è un attrezzatissimo spazio verde a Sesto Fiorentino, nei pressi del ristorante Ulivo Rosso, passata Colonnata. Una zona antistante una galleria di servizio. Numerosi gazebi in legno, ancor più panchine e tavoli. Un punto ristoro, servizi igienici, addirittura un percorso benessere. Eppure questo spazio, pagato con soldi pubblici, non è usufruibile. O meglio, richiedendo il permesso di utilizzarlo, si corre il rischio di ritrovarsi uno sfarzoso quanto pacchiano dispiegamento di forze dell’ordine.
Quel parco, quei “Giardini di Isola”, comunemente chiamati “Gazebini”, sono una delle cosiddette opere di compensazione. Un regalo ai comuni da parte di quel mostro sventraterra che è il TAV.
Opera di compensazione non ancora passata di proprietà al Comune nonostante anni siano ormai trascorsi. Un patrimonio pubblico lasciato solo contro la furia delle intemperie, ma soprattutto l’ignoranza dei vandali. Ben poco è rimasto delle iniziali attrezzature, ormai sommerse dalle erbacce alte quanto un uomo.
E così quando Iskra, un collettivo sociale di ragazzi, insieme al Comitato Notunneltav, richiede l’utilizzo di quegli spazi destinati ad uso pubblico per un’iniziativa giovanile, con musica, dibattiti, qualche bandierina e striscione, il CAVET (Consorzio Alta Velocità Emilia e Toscana), così lento nel cedere gli spazi, diventa un mostro di velocità. Lettere e telegrammi arrivano più che celermente agli organizzatori dell’evento, minacciando denunce e sconsigliando l’ingresso all’area, fra le altre cose neanche debitamente recintata.
Denunce quindi non soltanto per i soggetti promotori, ma anche per chi eventualmente avrebbe partecipato, entrando nell’area.
Una camionetta antisommossa, una volante in uniforme e una in borghese sono le forze che scendono in campo, pronte ad intervenire, ad impedire la realizzazione dell’iniziativa.
Si rendono inutili le spese pubbliche, non custodendo le opere pagate dalle tasche dei contribuenti, si impedisce ai cittadini di appropriarsi di uno spazio a loro destinato, si preferisce la repressione al dialogo, si fa un uso smodato delle forze dell’ordine.
Forse i dibattiti, l’aggregazione, l’autorganizzazione, fanno più paura della delinquenza, dei furti, degli spari in Piazza del Mercato.
La lotta per riappropriarci dei nostri spazi è appena cominciata.
Iskra Sesto Fiorentino