Sabato 24 Gennaio dalle 16 assemblea alla Limonaia di Villa Montalvo a Campi Bisenzio
Stanno per accadere, a seguito di processi avviati ormai da tempo, eventi molto importanti per la Piana Fiorentina e l’intera Regione, per i suoi abitanti e per chi vi lavora.
Eventi che rischiano di compromettere il futuro di una vasta porzione del territorio toscano e che, sin dalle loro prime avvisaglie, hanno posto una seria ipoteca su tutti noi.
Da una parte vediamo addensarsi le nubi del progetto di costruzione di un mega-Inceneritore nell’area di Case Passerini, dall’altra assistiamo alla devastante avanzata del progetto di costruzione del Nuovo Aeroporto Internazionale di Peretola.
Non è un caso se attorno a questi progetti ed alle conseguenze che avrebbero sui territori e la popolazione si siano attivate un’intelligenza sociale ed una partecipazione popolare diffuse ed estese. Assistiamo alla nascita di nuovi comitati, ad una maggiore iniziativa di quelli storici e mai sopiti, alla crescita di responsabilità di cittadini e abitanti, ad una lenta ma importante maturazione delle comunità territoriali che stanno passando dalle generiche preoccupazioni a più circostanziate domande e critiche non senza un contributo importante dell’attivismo di cui sopra.
Tutto questo avviene inevitabilmente in modo non organico e graduale, in una fase storica caratterizzata da una fortissima crisi della rappresentanza politica e dallo svuotamento di istituzioni e strumenti della cosiddetta partecipazione democratica, ma avviene, da Prato a Firenze.
Non meno importanti, ci sembrano, i nessi ed i legami che i tentativi di contrastare tali progetti hanno con la più generale situazione del Paese Italia colpita duramente dai morsi della crisi economica, frustata da disoccupazione e precarietà, sommersa da rifiuti e nocività. Scongiurare il saccheggio dei territori, impedire lo sperpero di denaro pubblico, ostacolare l’avidità di lobbies e mega-imprese è difendere direttamente se stessi non meno di quanto lo sia difendere la propria salute dalle nocività ed il proprio ambiente di vita dall’inquinamento.
Chi decide di difendersi vuole farlo con protagonismo, senza deleghe in bianco e/o atti di fede nei confronti di niente e nessuno. Chi decide di difendersi dall’assalto biocida che stiamo subendo decide di partecipare; venendo alle riunioni, firmando una petizione, distribuendo un volantino, esponendo una bandiera al balcone, manifestando, contribuendo di tasca alle iniziative. Solo nel vivo della partecipazione si riconosce con chi gli sta accanto e solo con questa connette il proprio vissuto individuale al problema collettivo.
Questa stessa partecipazione popolare è l’elemento vitale che tutti cerchiamo.
Abbiamo speso queste poche parole, in base alla nostra esperienza nella Piana, perchè riteniamo necessari e maturi i tempi per una maggiore convergenza delle attività e delle iniziative dei diversi soggetti che si oppongono ai progetti di Inceneritore e nuovo Aeroporto.
Riteniamo che questa maggiore convergenza non sia solo auspicabile per moltiplicare le forze e intensificare l’incisività delle nostre battaglie ma sia, oggi, una necessità imprescindibile dettata dalle caratteristiche, che abbiamo tentato di esporre, della “gente” con cui proviamo a mobilitarci.
Il moltiplicarsi di riunioni informative diverse nei soggetti relatori ma identiche sui temi in discussione rischia di mettere in confusione la gente e depotenziarne la partecipazione.
Il moltiplicarsi di iniziative diverse nell’obiettivo ma identiche nel “pericolo da scongiurare” rischiano di generare un clima di frammentazione e gruppettarismo che “la gente” assimila alla competizione elettorale ed a cui si sottrae con la stessa sfiducia.
La scarsa, o addirittura mancante, reciproca comunicazione su iniziative, date, idee ecc… rischia di far perdere la crediblità di ogni tentativo, onesto ma ingenuo, di mobilitare numeri significativi in vista di qualsivoglia obiettivo.
Non ultimo, ci sembra, il problema della “risorsa tempo”; sono in pochi coloro che riescono, durante la settimana lavorativa, a seguire una o più riunioni. “La gente” cui ci rivolgiamo, ed a cui indirizziamo le nostre proposte, non è pagata per il proprio attivismo e, sul medio-lungo periodo che spesso le mobilitazioni richiedono, si rischiano cali di partecipazione e scollamenti che possono minare la sopravvivenza di organismi spontanei sviluppati su base libera e volontaria.
Tutto ciò è maggiormente vero quanto maggiore è la precarietà e l’appartenenza alle classi subalterne dei partecipanti che oggi, più di ieri, vivono schiacciati dal peso di giornate lavorative lunghe, malretribuite, ulteriormente affannate dalla complicata mobilità sul territorio.
Noi che scriviamo, ovviamente, siamo parte e ci sentiamo in parte responsabili per i rischi che vediamo e tutti corriamo.
Vorremmo discutere di tutto questo con tutti voi.
Vorremo cercare assieme delle soluzioni per ridurre la dispersione e aumentare l’efficacia delle nostre azioni fermo restando, il diritto di ognuno, ad organizzarsi come e con chi vuole.
Per cominciare in questo tentativo di convergenza, le cui forme future sono rinviate alla discussione che queste note sperano di lanciare, vorremmo condividere da subito l’idea di una Grande Manifestazione Popolare.
Pensiamo stia arrivando il momento di dare alle nostre battaglie un momento di forte visibilità.
Pensiamo sta arrivando il momento di:
– Costruire un momento di lotta che permetta alla gente di riconoscersi come portatrice di comuni interessi a prescindere dai comuni di provenienza.
– Di esplicitare il legame vitale che intercorre tra Firenze e la Piana. Tra una Firenze ridotta a
centro-vetrina per enormi speculazioni mascherate da riqualificazioni e pacchetti urbanistici ed una Piana ridotta a periferia funzionale per l’allocazione di funzioni “strategiche”. Tra una Firenze in cui il turismo è usato come ariete per giustificare investimenti di capitale atti a generare rendita e profitti anziché pubbliche utilità ed una Piana in cui salute e ambiente sono sacrificabili per la realizzazione di questi progetti.
– Di mettere in evidenza la miope avidità degli interessi che vorrebbero “atterrare” Pisa come polo Aerportuale per “far decollare” la non idonea Firenze assecondando un modello di turismo vorace, consumistico e ignorante che astrae opere e monumenti dal contesto storico e paesaggistico che ne ha permesso la nascita e lo sviluppo.
– Di smascherare le menzogne riguardanti il ciclo dei rifiuti ed il loro trattamento
Accanto e insieme a tutto questo, ai virtuosi collegamenti che possono crearsi con esperienze di lotta e resistenza territoriale non direttamente impegnate sui temi dell’incenerimento e dell’aeroporto, ci preme sottolineare come, negli ultimi anni, movimenti e comitati di base si caratterizzino sempre più come “laboratori delle alternative” dando vita ad una vera e propria “conflittualità creativa”.
Ai molti NO che siamo costretti ad opporre alle Grandi Opere dannose, costose e nocive di amministrazionie e imprese si aggiungono i SI. I Molti PER che sostengono concrete
contro-proposte e contro-piani e “spingono” per la realizzazione di Opere Utili che tutelino ambiente/salute e si configurino come veri e propri piani di sviluppo occupazionale:
– Fermare il nuovo Aeroporto di Peretola PER investire su una mobilità Pubblica e Integrata.
Per utilizzare e migliorare le stazioni diffuse sul territorio e le linee ferroviarie, gestire in maniera integrata il servizio su gomma e quello su ferro, scegliere di non privilegiare alcune aree a scapito di altre e collegare le aree della Piana che ad oggi risulta una “camera a gas” da traffico privato.
Questa è la strada possibile per abbattere il costo dell’energia, ridurre le nocività e favorire la qualità della vita in un contesto metropolitano.
– Fermare l’Inceneritore di Case Passerini PER adottare la strategia Rifiuti 0 in tutti i comuni della Provincia. Per investire su un impiantistica del riuso e del riciclo. Più in generale per investire e finanziare, come sostiene l’Alterpiano dei Comitati della Piana, la costituzione di ATO Toscana-Centro in “distretto del riciclo e del riuso” con tutte le ricadute positive per i nostri territori in nuova occupazione e nuove economie .
– Fermare la produzione di energia elettrica da combustione dei rifiuti PER incentivare e sostenere un’ impiantistica diffusa e domestica di produzione di energia eletrrica da fonti rinnovabili quali il sole con il Fotovoltaico, il vento col Mini-Eolico, ecc… .
– Fermare i progetti speculativi e di ulteriore cementificazione legati direttamente e indirettamente
alle grandi opere inutili PER far nascere il tanto promesso e disatteso Parco della Piana, PER difendere e rivitalizzare gli spazi verdi-agricoli, PER recuperare ed ospitare Pubbliche Utilità nelle aree dismesse esistenti (ex-industriali e agricole).
Questi, sinteticamente, ci sembrano essere gli elementi salienti attorno a cui costruire la possibile convergenza che speriamo e una prima manifestazione.
Pensiamo che il mese di Marzo, che vede la tornata delle Elezioni Regionali, possa costituire un trampolino ed una cassa di risonanza da sfruttare oltrechè rappresentare un contesto su cui provare a far “pesare” numeri e pratiche di una manifestazione che imponga, dal basso e senza deleghe, temi e volontà popolari alla politica di palazzo.