Grave emergenza in Val di Susa: notav.info
Stasera presidio notav dalle 17.30 in avanti sotto alla prefettura (via Cavour, Firenze)
Grave emergenza in Val di Susa: notav.info
Stasera presidio notav dalle 17.30 in avanti sotto alla prefettura (via Cavour, Firenze)
Stiamo organizzando un pullman per salire in Val di Susa il 25 febbraio per la manifestazione nazionale delle Resistenze del 25 Febbraio. Il pullman partira’ alle 6 del mattino da Firenze (Mercafir) e ripartira’ alle 17.30 da Bussoleno. Costo 20 euro.
Per info e prenotazioni: 3884499810 assemblea(at)csaexemerson.it
Al Nuovo Tribunale di Firenze in Viale Guidoni:
Giovedì 9 Febbraio ore 11 – Presidio di solidarietà per gli 11 antifascisti
Venerdì 10 Febbraio ore 9.30 – Presidio di solidarietà per il Movimento di Lotta per la Casa
Lunedi 6 Febbraio verrà inaugurato il Nuovo Palazzo di Giustizia di V.le Guidoni. Un palazzo di giustizia “Nuovo e Moderno” la cui nascita e le cui attività portano ancora l’odore nauseabondo “dei vecchi appalti”.
Gli appalti e i sub appalti che hanno ingrassato la Fiat come ex-proprietaria dei terreni su cui il Palazzo è stato costruito in oltre 10 anni e inserito nella “cittadella residenziale-commerciale” col Polo Universitario e l’Area San Donato. Gli appalti, le privatizzazioni e la sottrazione alla cittadinanza degli edifici del vecchio Tribunale di San Firenze che si prepara ad ospitare la sede estera di una facoltosa Università Cinese. L’appalto della Giustizia stessa che mentre continua a farsi scrivere “Uguale per Tutti” è sempre più chiaramente uno strumento di difesa dei privilegi di pochi contro i diritti negati dei più. Una “giustizia senza diritto”, esercitata da Tribunali in appalto per conto di malcelati interessi, a danno di “diritti senza giustizia”.
In questo nuovo Tribunale si terranno 2 processi: Invitiamo tutti e tutte a solidarizzare con gli imputati.
Giovedi 9 Febbraio ore 11. Processati 11 antifascisti per i “fatti di via della Scala”
Era il 2009 quando polizia e Digos effettuarono 11 perquisizioni e un arresto.
Dopo tre anni dai fatti si arriva a un processo per lesioni. Un processo ridicolo e vergognoso contro 11 compagn* che, nella serata che seguiva una iniziativa elettorale di Forza Nuova-Fiamma Tricolore-La Destra e vedeva un gruppo di neofascisti minacciare e intimidire stranieri e giovani col “look di sinistra” avevano risposto, correndo nel centro di Firenze, alla chiamata di aiuto di una ragazza minacciata dai neofascisti e rifugiatasi in un pub. Un processo che ribadisce il concetto, se fosse ancora poco chiaro, di giustizia in appalto, le forze politiche che in questi anni hanno sostenuto o tollerato con colpevole silenzio la diffusione e la crescita di gruppi e associazioni neofasciste appaltano allo stato, ai suoi tribunali, ai magistrati con i loro arresti, alla polizia con le sue perquisizioni, il bisogno impellente di colpire tutti coloro che ancora si oppongono al neofascismo, ai suoi simboli, alle sue organizzazioni. Il bisogno di colpire coloro che, in quella serata, si sono opposti al suo “quadrismo stradaiolo” e razzista. Un processo ancor piu’ disgustoso nella Firenze che ha vissuto la tragedia della Strage di Piazza Dalmazia, la morte di 2 senegalesi ed il ferimento grave di altri 3 proprio per mano di un neo-fascista. E’ una “giustizia senza diritto” quella che continua a tollerare la presenza sul territorio di sedi, circoli e associazioni neofasciste andando a braccetto con una politica che gli riconosce, violando la stessa costituzione che dovrebbe ispirarla, cittadinanza e diritto di parola. Affinche’l’antifascismo non resti un “diritto senza giustizia”sosteniamo gli 11 imputati per i fatti di via della Scala.
Venerdì 10 Febbraio ore 9.30 Processati per aver garantito il diritto all’accoglienza.
Le forme che la discriminazione può assumere sono tante quante le facce che può darsi il potere. Da anni Firenze è luogo di passaggio transitorio e/o meta stabile di centinaia di richiedenti asilo provenienti dai paesi del corno d’Africa; Etiopia, Eritrea, Somalia. Sono perlopiù giovani e giovanissimi che fuggono dalla realtà tragica di guerre civili e non, combattute per interessi che non sono i loro ma di cui sono le prime vittime. Uomini e donne che vedono in viaggi migratori durissimi e rischiosi una possibilità di salvezza e realizzazione.
Le amministrazioni fiorentine e gli enti competenti continuano ad ignorare la loro esistenza e a sottovalutare la complessità dei loro bisogni. E’ un dato materiale che le centinaia di richiedenti asilo a Firenze trovino, da anni, aiuto, solidarietà, rispetto nei movimenti e nelle piccole associazioni piuttosto che nelle istituzioni. Per garantire il diritto all’accoglienza, alla residenza, ai diritti sociali, all’alfabetizzazione, alla possibilità di scegliere il proprio futuro, il movimento di lotta per la casa ha sostenuto occupazioni di immobili sfitti e dismessi, ha sostenuto le manifestazioni, i presidi e le lotte dei richiedenti asilo a Firenze.
Quest’attività non solo non viene premiata per il suo “eroismo”civile ma costituisce REATO. Con un “processo-pacchetto” che mette insieme diverse iniziative di solidarietà 10 compagn* del Movimento di Lotta per la Casa vengono accusati di “danneggiamento aggravato” e “occupazione di immobili”. E’ un ennesimo e inaccettabile rovesciamento della realtà che, accusando i protagonisti di lotte antirazziste e per il diritto all’accoglienza, vuole sollevare da ogni responsabilità i veri responsabili dei tanti piccoli “crimini di pace” ai danni dei richiedenti asilo. Governo, forze politiche, imprese e proprietari immobiliari che in nome dei loro profitti mantengono in una condizione di privazione e precarietà le vittime più deboli del loro sistema in crisi. Affinchè antirazzismo e accoglienza non restino “diritti senza giustizia” sosteniamo e i 10 imputati del Movimento di Lotta per la Casa.
Tratto da:
http://www.autistici.org/campiaperti
Si sono venduti l’energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili, le strade e adesso si vendono pure la Madre.
Si concepisce la Terra solo in termini di possesso, come bene escludente, oggetto di diritti di proprietà.
In nome della proprietà la terra continua a essere violentata: dal folle processo di urbanizzazione senza regole se non quelle della rendita e del profitto.
Un paese che vende le terre agricole pubbliche rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare
Forse non tutti sanno che l’art.7 della legge del 12 novembre 2011 programma in tempi rapidi l’alienazione(vendita) dei terreni agricoli demaniali. La fine arguzia degli emendamenti apportati dal più recente Dercreto Monti è addirittura peggiorativa estendendo il provvedimento ai terreni “a vocazione agricola”.
Eccoci dunque arrivati a quella che potrebbe essere l’ultima tappa di un oscuro cammino iniziato 2 decenni fa circa, un processo di svendita dei beni pubblici a privati in nome di una più efficiente gestione, come se la logica del profitto privato avesse mai reso dei servigi alla collettività. Si sono venduti l’energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili, le strade e adesso si vendono pure la Madre: si vogliono vendere la terra in un contesto internazionale dove sta crescendo a ritmo costante il fenomeno denominato land grabbing, l’accaparramento di terreni agricoli da parte di soggetti economicamente forti (paesi in forte crescita e multinazionali) e da parte di speculatori finanziari senza scrupoli, interessati unicamente ad individuare nuove fonti di profitto per i propri capitali da investire.
Ecco quindi chi sono i veri destinatari di questa manovra, non certo i giovani imprenditori agricoli di cui parla il comma 2: “…al fine di favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile è riconosciuto il diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli“. Garantire l’accesso alla terra ai giovani o a chiunque voglia lavorarla non vuol dire garantirne la proprietà e la compravendita – meccanismo questo che per un giovane agricoltore comporta l’indebitamento con le banche – bensì elaborare una serie di normative che favoriscano e sostengano chi vuole iniziare un’attività agricola mettendogli a disposizione l’uso agricolo della terra garantito contro ogni possibile speculazione. Proseguendo invece nella lettura del comma 2, che con tanto nobili propositi era cominciato, si legge: “Nell’eventualità di incremento di valore dei terreni alienati derivante da cambi di destinazione urbanistica intervenuti nel corso del quinquennio successivo alla vendita, è riconosciuta allo Stato una quota pari al 75% del maggior valore acquisito dal terreno rispetto al prezzo di vendita“. Quindi lo stato si limita a disincentivare il cambiamento d’uso dei terreni per soli 5 anni senza altra garanzia di salvaguardia ambientale; anzi considera possibile un loro cambio di destinazione già nel primo quinquennio successivo alla vendita.
Concludendo questa lettura troviamo lapidario il comma 5: “Le risorse nette derivanti dalle operazioni di dismissioni di cui ai commi precedenti sono destinate alla riduzione del debito pubblico“. Le risorse nette derivanti equivarrebbero a circa 6 miliardi di euro, una goccia nel mare del debito (circa 1800 miliardi) quando il costo stimato delle opere per la TAV in Val di Susa è di 20 miliardi! Con il risultato di essersi sbarazzati del patrimonio senza tappare alcun buco di bilancio, senza poter tornare indietro visto l’articolo che tutela la proprietà privata.
Le terre che saranno vendute non potranno mai più tornare pubbliche!
A questo punto sentiamo l’urgenza di dire che un paese che vende le terre agricole pubbliche è un paese che rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare, è un paese che mette con prepotenza l’interesse privato al di sopra del bene comune, è un paese che non saprà come raccontare ai propri figli che si è venduto la terra in nome del bilancio finanziario.
La vendita delle terre dello stato deve essere fermata!
Ridiscutiamo, invece, le modalità di gestione delle terre agricole di proprietà degli enti pubblici.
PROPOSTE
Noi rete delle associazioni contadine proponiamo che le terre di proprietà pubblica individuate in base all’art. 7 della legge di stabilità siano oggetto non di vendita ma di nuovi piani di allocazione:
-che ci si indirizzi verso affitti di lunga durata a prezzi equi a favore di agricoltori o aspiranti tali, sulla base di progetti che escludano attività speculative.
-si favorisca l’agricoltura contadina di piccola scala,che è l’unica che può sfamare il mondo senza causarne il dissesto, ma anzi arricchendolo e preservandone la biodiversità seguendo le richieste della Campagna per l’Agricoltura Contadina
– si prediligano progetti di cohousing, cioè di condivisione solidale dei beni e delle risorse, perchè la buona agricoltura è quella fatta con tante braccia pensanti e con poche macchine.
-Si individuino percorsi partecipati che sappiano coinvolgere nella progettazione la comunità locale e le realtà contadine di nuovo insediamento.
-si renda possibile la costruzione con materiali naturali di abitazioni rurali a bassissimo impatto ambientale come legno e paglia, ma totalmente vincolate all’attività agricola. Questo perchè chi lavora la terra deve anche poterla abitare.
Movimento per l’accesso alla terra
accessoallaterra (at) inventati.org
Firenze a tranci
Nonostante la foschia invernale, i tempi che viviamo sono di una chiarezza disarmante.
La vendita di via dei Conciatori e il conseguente sgombero di giovediì mattina sono un limpido segno del cratere che ormai divide gli amministratori di questa citta’ dalle persone che la abitano e la vivono. Da un lato ci sono associazioni, gruppi, singoli abitanti, che mettono in piedi progetti, costruiscono comunita’ e restituiscono calore a luoghi spenti. Dall’altro ci sono i macellai dell’amministrazione che passano i giorni a tagliare Firenze a tranci e buttarla in pasto ai mille pescecani affamati.
Via conciatori non era solo un progetto vivo e pulsante, un’occupazione testarda, capace di rilanciarsi e rinnovarsi in tanti modi. Via conciatori era un pezzo di storia di questa citta’, un piccolo quartiere nel quartiere, un’isola antica strappata alla necropoli commerciale in cui stanno trasformando Firenze. E’ successo che da alcuni decenni gli spazi del centro storico fiorentino non ci appartengono piu’. Tutto il patrimonio pubblico e’ stato venduto ai privati, un po’ come accade anche nel resto della citta’, gli abitanti sono stati gentilmente invitati a migrare un po’ piu’ in la’ per lasciare posto a turisti e commercianti danarosi. E’ un’offesa alla nostra intelligenza continuare a ripeterci che questa operazione serve per recuperare soldi per le povere casse pubbliche. Gli stabili di via dei Conciatori sono stati svenduti per mille euro al metro quadro e tutti purtoppo sappiamo fin troppo bene quanto siano i prezzi di mercato nel centro storico di questa lussuosa citta’.
Mentre il comune affonda nei debiti contratti giocando con gli swap e gestendo la città come
una bomboniera da esporre ai turisti, si mettono in campo le solite soluzioni modello Argentina:
si privatizzano i trasporti, si tagliano i servizi, si svendono gli spazi pubblici. In questo modo
si fa cassa, e contemporaneamente ci si avvia verso il baratro, perchè di fatto si stanno svendendo
le proprie risorse. Cosa venderà la prossima amministrazione ? Gli organi dei fiorentini sani ?
I piani che Renzi e i suoi hanno in mente per questa citta’ balocco delineano un orizzonte cupo rischiarato soltanto dalla capacita’ delle persone di sopravvivere nonostante tutto, di riunirsi e di creare progetti piu’ forti delle ruspe.
Un abbraccio a tutte le anime del Progetto Conciatori
Ne’ stato, ne’ mercato, autogestione!
NextEmerson
Dopo le precedenti partecipate assemblee ne abbiamo indetta un’altra per coinvolgere ulteriormente gli abitanti del Sodo e le Panche e quindi ci vediamo:
mercoledì 11 ore 17.30 c/o la sala assemblee della parrocchia Pio X via delle Panche (Sodo).
Il volantino di convocazione è lo stesso dell’assemblea del 5 Dicembre
e che potete vedere più sotto in questo blog
Sabato 17 dicembre – ore 15 Piazza Dalmazia
Corteo nazionale contro fascismo e razzismo
Martedi 13 dicembre 2011. Ore 12.30 al Mercato di Piazza Dalmazia. 1 ora dopo al Mercato di San Lorenzo.
2 agguati: 2 morti sul colpo, 3 feriti gravissimi.
Muoiono sul colpo Samb Modou e Diop Mo.
Sono ancora in gravi condizioni Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike
Sono tutti Senegalesi. Tutti venditori di strada.
L’assassino ha presto un nome: il 50enne italiano Gianluca Casseri.
La macchina mediatica si mette in moto come ogni volta che c’è un fatto “sensazionale”. Come al solito si intreccia con la macchina politica ed “escono” le prime dichiarazioni a caldo.
Guido Castelnuovo Tedesco consigliere del PDL al Q5 sostiene che “Il mercato di piazza Dalmazia è da tempo interessato da extracomunitari, che lo presidiano in modo sospetto”.
GianLuca Lazzeri consigliere regionale della Lega Nord dice “da tempo la Lega Nord aveva lanciato l’allarme sicurezza in piazza Dalmazia”.
Giovanni Donzelli consigliere regionale del Pdl afferma “Regolamenti di conti, sparatorie, infiltrazioni camorristiche e criminalità internazionale: Firenze è ormai e crocevia del malaffare”.
Non stupisce più nessuno scoprire quanto la politica sia distante dalla realtà. L’abitudine ha la sua forza e nessuno è stupito da dichiarazioni tanto lontane dal vero, tanto false, tanto interessate e talmente simili alle peggiori conversazioni da Bar. La politica non sospetta minimamente quanto la strage di Piazza Dalmazia gli appartenga, sia figlia sua, quanto bene si conoscano la “Lucida Follia” di Casseri e la propria interessata ottusità.
L’assassino Gianluca Casseri è un italiano. Un estremista di destra. Un neofascista. Un antisemita. Un razzista. Un sostenitore e diffusore di queste idee attraverso la scrittura di libri, saggi, articoli su blog e conferenze negli spazi reali e virtuali della destra neo-fascista e neo-nazista italiana. Casseri è un tesserato dell’organizzazione neofascista Casa Pound. Un frequentatore abbastanza assiduo del circolo Agogè di Casa Pound Pistoia da non poterne essere negata la conoscenza da parte di chi ce lo ha invitato a presentare il suo libro “le chiavi del chaos”. Il volto di Casseri è immediatamente riconoscibile da molti antifascisti toscani portati a processo dallo stato per aver tentato di chiudere la sede di Casa Pound Pistoia nell’ottobre del 2009. Alle udienze di quel processo contro 7 antifascisti Casseri era sempre presente.
Forse Casseri ha davvero “perso la testa”, forse aveva deciso di farla finita comunque ma il suo “addio” ha seguito lucidamente gli ideali Razzisti maturati e sostenuti per tutta la vita. Idee che hanno trovato spazio e diffusione in circuiti legali e legalizzati nonostante una Costituzione fondata sull’Antifascismo. Idee che hanno trovato approvazione e parole che hanno trovato ascolto nelle organizzazioni e nelle associazioni della destra radicale/ identitaria / non conforme a cui il PDL ha permesso in 10 anni di “rientrare degnamente” nell’arco delle forze politiche democratiche.
Idee, spazi, iniziative, manifestazioni, attività di propaganda e proselitismo contro cui niente ha fatto e voluto fare la sinistra di governo dal livello nazionale fino ai piccoli comuni dove le sedi di Casa Pound, Forza Nuova, Fiamma Tricolore, con tutto il sottobosco di associazioni musicali, culturali, giovanili, sportive, occupazioni non conformi, centri sociali di destra ecc… continuano ad agire indisturbate/i. Una sinistra troppo presa dalla “corsa all’oro” delle competizioni elettorali per accorgersi dei cambiamenti della società o anche solo per ricordare la Costituzione Italiana.
In questo senso la Strage di Piazza Dalmazia è figlia di questa Italia. In questo senso la “lucida follia” di Casseri è figlia di questa politica.
Per tutto questo oggi commemoriamo e siamo vicini a Samb, Diop, Moustapha, Sougou e Mbenghe
colpiti come innocenti solo per il colore della loro pelle e per la loro condizione di venditori di strada migranti.
Per tutto questo il Lutto di oggi deve essere un Grido di ribellione e lotta da aggiungere a quelli di ogni giorno per il riconoscimento di Pari Diritti sociali, civili e politici a tutt* i/le migranti in Italia e nel mondo. Per tutto questo neanche oggi accetteremo “lezioni di antirazzismo” da rappresentanti delle istituzioni che continuano a ostacolare il riconoscimento delle residenze ai migranti, che negano il diritto alla casa e all’accoglienza mascherandosi con la foglia di fico di progetti di inclusione “a tempo determinato”, che tollerano il lavoro nero strizzando l’occhiolino a imprese medie e grandi, che “sorvegliano” sulla “democrazia” perchè non significhi mai autonomia, uguaglianza, partecipazione dal basso.
Anche oggi è un giorno di lotta. Contro il razzismo prodotto dalle politiche migratorie e dalle campagne securitarie che condizionano e alimentano le banalità da bar. Un giorno in cui ribadire le responsabilità di mass media e giornali nella costruzione quotidiana dei mostri, delle paure e delle ansie metropolitane, nell’uso dei mai estinti stereotipi neo-coloniali e di nuovi argomenti perbenisti per criminalizzare le migliaia di migranti e stranieri che lavorano e vivono in Italia.
La strage di p.zza Dalmazia non è stata un regolamento di conti tra bande criminali di stranieri, non è stato il simbolo del “degrado”, non ha “dimostrato” l’impossibile convivenza tra italiani e stranieri. La strage di P.zza Dalmazia ha dimostrato invece quanto occorra chiudere ogni spazio ai neofascisti e quanto gravi siano complicità e silenzi di forze politiche e mass media. Le manifestazioni spontanee e immediate di migranti e antirazzisti dimostrano quanto sia necessario organizzarsi dal basso per sconfiggere razzismo e sfruttamento in tutte le sue forme e da qualunque parte provengano.
Csa NexT-Emerson
Movimento di Lotta per la Casa
Mercoledì 14 alle 21.00 assemblea al Circolo di Castello (via Reginaldo Giuliani 378)
In seguito alla partecipata assemblea per avere un giardino comunitario nel quartiere di lunedì 5, è stata riconvocata un’ulteriore assemblea per cominciare a definire iniziative e progetti.
Tutti sono invitati a partecipare