Dalla Valle alle Metropoli Libertà per tutt@

La Val di Susa e’ entrata nel cuore di molte persone per l’umanita’ e la generosita’ con la quale da piu’ di venti anni porta avanti la propria opposizione a uno dei tanti progetti di infrastrutture devastanti, utili a fare profitti, ma privi di ogni altra ragione. L’ultimo anno e’ stato molto pesante per questa comunita’: la procura torinese e’ ormai satura dei processi ai notav e la lobby dietro a quest’opera ha sposato una vera e propria mentalita’ da guerra di trincea, militarizzando il territorio valsusino e utilizzando un’escalation di teoremi accusatori che trasformano volantinaggi in adunate sediziose, danneggiamenti in atti di guerra, rapporti di amicizia in sodalizi criminali. In generale si tende ad espellere il contesto sociale della protesta, riducendo tutto ad un problema di piu’ o meno grave ordine pubblico, rifiutandosi di guardare in faccia la realta’: la Val di Susa non vuole quest’opera, che non serve a nulla, se non a garantire un decennio di soldi facili per chi la realizza e l’apertura di una nuova ferita in un territorio gia’ molto compromesso. L’unico gesto di buon senso sarebbe abbandonare il progetto e chiudere le ostilita’ verso una popolazione che non ha altra colpa, se non quella di non voler piegare la testa. Ma la Val di Susa diventerebbe cosi’ un pericoloso precedente per le tante altre operazioni il cui unico scopo e’ muovere soldi e garantire ad ogni costo profitti per pochi. Basta guardarsi attorno: il tunnel tav di Firenze, l’inceneritore di Case Passerini, lo scempio dell’alta velocita’ in Mugello..

La settimana scorsa a Roma sette compagni dei movimenti per il diritto all’abitare sono finiti agli arresti domiciliari e dieci con gli obblighi di firma; alcuni di loro hanno iniziato lo sciopero della fame per rompere il silenzio che li circonda.
Dieci precari a Napoli sono indagati per associazione per delinquere. A Firenze in poche settimane si sono consumati tre sgomberi di case occupate da famiglie
e giovani precari. Sono avviate le indagini preliminari per 29 persone che lo scorso 21 Dicembre si sono viste negare il diritto di manifestare in centro città e se lo sono guadagnate “a spinta”. Sui lavoratori Ataf sono piovuti trecentocinquanta mila euro di multe per lo sciopero del 5/6 dicembre. L’elenco potrebbe continuare in modo preoccupante, ma estremamente esemplificativo della quantita’ di lotte e vertenze aperte in questo paese in crisi non solo economica.

Potremmo trovare molti altri episodi di storia minuta e quotidiana dove a lotte e proteste giuste, anche per semplici bisogni primari, vengono date risposte repressive dure e ottuse.
Risposte repressive date da un modello di gestione della crisi che Renzi si candida ad amministrare senza neanche passare dal vaglio elettorale con la stessa tracotanza esercitata nel suo mandato da Sindaco. Il sindaco che ha privatizzato Ataf, bocciato le proposte su una gestione virtuosa e pulita dei rifiuti, che tiene segreto il regolamento urbanistico in via di adozione, che chiude occhi e orecchie sul passaggio TAV a Firenze…
Renzi, giovane e acclamato segratrio di un Partito Democratico che benedice un nuovo governo come una normale successione al trono.

Nella città che ha fatto da trampolino al nuovo governo e al nuovo “re” e farà da modello per il paese non vogliamo scoraggiarci, vogliamo dare forza alle esperienze dal basso e alle molte resistenze che danno un senso alle parole solidarieta’, mutuo appoggio e autogestione, rendendole le fondamenta su cui costruire un’idea di futuro.

per info sulle vicende citate
http://notav.info
http://www.autistici.org/spintadalbass/
http://www.abitarenellacrisi.org