Ven 11 e sab 12: Macero No

Venerdì 11 e sabato 12 dalle 17 alle 24 il Csa Next-Emerson ospiterà
la campagna “Macero NO”

“Macero NO” è una iniziativa promossa inizialmente da quattro case editrici indipendenti (DeriveApprodi, :duepunti, Alegre, Eleuthera) agli spazi autogestiti e alle realtà di base affinchè diventino un “presidio” del sapere dal basso basato sulla l’uso e la diffusione dei libri.

La proposta parte dalla considerazione che la produzione e la distribuzione libro come strumento di diffusione del sapere individuale e sociale sono sconvolti da una incessante concentrazione dei poteri che ne governano i meccanismi di funzionamento. Le librerie indipendenti, fino a un decennio fa luoghi privilegiati della cura e della diffusione della bibliodiversità, stanno subendo una sistematica distruzione o l’assorbimento in quelle di catena di proprietà dei grandi gruppi editoriali. Gli editori indipendenti vedono quotidianamente ridursi gli sbocchi distributivi della loro produzione che si accumula in giacenze il cui costo gestionale diventa insostenibile. Da qui la scelta obbligata di macerare centinaia di migliaia di libri spesso di notevole qualità e pregio.

A questa devastazione occorre reagire con determinazione. Per lunghi decenni i luoghi dell’autogestione e dell’autoproduzione pur scontando molti limiti hanno comunque garantito, logisticamente e politicamente, le espressioni di una resistenza culturale. Questi limiti andrebbero ora interrogati, affrontati. La costruzione di spazi librari al loro interno, strutturati con criteri di serietà e funzionalità, possono essere parte di questo ulteriore passaggio in avanti nell’organizzazione della resistenza.

Il primo passo di un tale progetto è appunto la campagna “Macero No” che offre la possibilità di acquistare a prezzi scontatissimi (3 euro, di cui 2 destinati all’editore e 1 agli spazi ospitanti) i libri degli editori proponenti (ai quattro iniziali se ne sono aggiunti altri) destinati al macero.

Quindi venerdì 11 e sabato 12 al Csa Next-Emerson centinaia di libri a 3 €
– per un sapere dal basso basato sull’uso e la diffusione dei libri.
– per la cura e la diffusione della bibliodiversità
– contro la concentrazione libraria nelle grandi catene editoriali
– contro la scelta obbligata di macerare migliaia di libri

L’iniziativa si svolge insieme a “Brugole e merletti”, due giorni su artigianato, autocostruzione, riparazione e arte pratica dello sporcarsi le mani.
Per ulteriori informazioni su: http://doityourtrash.noblogs.org/

nomacero

Inceneritore Case Passerini e business dei rifiuti: responsabilità di Quadrifoglio e ragioni di una mobilitazione

Quadrifoglio è la società che si occupa dei servizi ambientali relativi all’area fiorentina, provvedendo all’igiene urbana di 12 comuni, per un totale di circa 650.000 abitanti. L’azienda è totalmente a capitale pubblico: questi stessi comuni sono i detentori della totalità delle sue quote azionarie, con una netta preponderanza in favore del capoluogo. Quadrifoglio, ad oggi, detenendo il monopolio sulla gestione dei rifiuti, è un colosso che conta oltre 1000 dipendenti e 137 milioni di euro annui di fatturato, gestiti di fatto dalla leadership politica
che indirettamente lo controlla. Ma esso è un organismo dal doppio volto: da un lato si auto­elogia per la propria attenzione all’ambiente, per le percentuali di raccolta differenziata in crescita mese dopo mese, per le sue numerose iniziative nel campo dell’educazione ambientale; dall’altro è l’attore principale all’interno del
folle, inutile, dannoso progetto dell’inceneritore di Case Passerini, e preme per la sua realizzazione.
Da un suo bando di gara volto a ricercare un partner per costruire, progettare e gestire il nuovo inceneritore, nasce Q.tHermo, società partecipata le cui quote sono detenute al 60% da Quadrifoglio, appunto; l’altro 40% appartiene a Hera, multiutility che si occupa di servizi energetici, idrici e ambientali, contigua al Partito Democratico, a cui si deve la messa in funzione di quattro inceneritori a cavallo tra Romagna ed Emilia.
Oltre agli enormi rischi sanitari, ampiamente dimostrati, e l’arretratezza tecnologica di una tale soluzione, l’inceneritore di Case Passerini rappresenta l’ennesima messa a profitto di una catena di potere i cui anelli hanno nomi, sigle, volti e loghi. In Toscana come in Emilia­Romagna, laddove si ha una perfetta, granitica sovrapposizione tra istituzioni e partito (Democratico in questo caso), la gestione dei bisogni del territorio è oggetto di speculazione attraverso meccanismi clientelari che, senza alcuno scrupolo, investono e compromettono la salute dei suoi abitanti. In questo senso Case Passerini rappresenta un appetitoso punto di convergenza tra la dimensione metropolitana fiorentina del partito (Quadrifoglio) e quella nazionale (Hera), a partire dalla nascita del progetto fino alla gestione degli introiti relativi all’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti. A partire, quindi, dai 135 milioni di euro +IVA (ovviamente pubblici e sottostimati) necessari alla costruzione dell’impianto, fino alle percentuali che ognuno di noi elargirà a Q.tHermo con la propria bolletta. (Vedi pag. 125 del bilancio 2012 http://www.quadrifoglio.org/OGGETTI/39409_1.PDF)
Quadrifoglio, insomma, per il ruolo che riveste si configura come lo strumento principale, quello necessario e imprescindibile per poter concretizzare una precisa volontà politico­economica: dar vita ad una nuova, enorme, operazione speculativa ai danni della Piana.
Ma esso, per quanto gestito con modalità ben lontane da quello che dovrebbe essere il suo scopo, ovvero
l’interesse della collettività, appartiene ancora formalmente agli abitanti del territorio fiorentino, che tra l’altro sono coloro che lo foraggiano. Proprio la collettività dovrebbe conoscere, al di là della sua etica di facciata, quelle che sono le responsabilità e il ruolo di Quadrifoglio nell’affare Case Passerini, in questo gigantesco sperpero di quel denaro pubblico che scarseggia per scuole, ospedali, case e altri servizi essenziali.
Puntare il dito contro gli organismi deputati a costruire e gestire gli impianti è necessario per dire NO agli inceneritori, a quello di Case Passerini come a tutti gli altri, e a un modello che vede nello sfruttamento selvaggio dei territori la nuova frontiera del profitto.
La lotta contro Case Passerini e tutti gli Inceneritori continua
Le alternative ci sono! Fermarli è possibile! Fermarli tocca a te!

Giovedi 17 Aprile Presidio, Controinformazione, Musica, Interventi, Volantinaggi dalle 17.00 alle 22.00 alla sede di Quadrifoglio in via Baccio da Montelupo (isolotto)

http://pianacontronocivita.noblogs.org/

Dalla Valle alle Metropoli Libertà per tutt@

La Val di Susa e’ entrata nel cuore di molte persone per l’umanita’ e la generosita’ con la quale da piu’ di venti anni porta avanti la propria opposizione a uno dei tanti progetti di infrastrutture devastanti, utili a fare profitti, ma privi di ogni altra ragione. L’ultimo anno e’ stato molto pesante per questa comunita’: la procura torinese e’ ormai satura dei processi ai notav e la lobby dietro a quest’opera ha sposato una vera e propria mentalita’ da guerra di trincea, militarizzando il territorio valsusino e utilizzando un’escalation di teoremi accusatori che trasformano volantinaggi in adunate sediziose, danneggiamenti in atti di guerra, rapporti di amicizia in sodalizi criminali. In generale si tende ad espellere il contesto sociale della protesta, riducendo tutto ad un problema di piu’ o meno grave ordine pubblico, rifiutandosi di guardare in faccia la realta’: la Val di Susa non vuole quest’opera, che non serve a nulla, se non a garantire un decennio di soldi facili per chi la realizza e l’apertura di una nuova ferita in un territorio gia’ molto compromesso. L’unico gesto di buon senso sarebbe abbandonare il progetto e chiudere le ostilita’ verso una popolazione che non ha altra colpa, se non quella di non voler piegare la testa. Ma la Val di Susa diventerebbe cosi’ un pericoloso precedente per le tante altre operazioni il cui unico scopo e’ muovere soldi e garantire ad ogni costo profitti per pochi. Basta guardarsi attorno: il tunnel tav di Firenze, l’inceneritore di Case Passerini, lo scempio dell’alta velocita’ in Mugello..

La settimana scorsa a Roma sette compagni dei movimenti per il diritto all’abitare sono finiti agli arresti domiciliari e dieci con gli obblighi di firma; alcuni di loro hanno iniziato lo sciopero della fame per rompere il silenzio che li circonda.
Dieci precari a Napoli sono indagati per associazione per delinquere. A Firenze in poche settimane si sono consumati tre sgomberi di case occupate da famiglie
e giovani precari. Sono avviate le indagini preliminari per 29 persone che lo scorso 21 Dicembre si sono viste negare il diritto di manifestare in centro città e se lo sono guadagnate “a spinta”. Sui lavoratori Ataf sono piovuti trecentocinquanta mila euro di multe per lo sciopero del 5/6 dicembre. L’elenco potrebbe continuare in modo preoccupante, ma estremamente esemplificativo della quantita’ di lotte e vertenze aperte in questo paese in crisi non solo economica.

Potremmo trovare molti altri episodi di storia minuta e quotidiana dove a lotte e proteste giuste, anche per semplici bisogni primari, vengono date risposte repressive dure e ottuse.
Risposte repressive date da un modello di gestione della crisi che Renzi si candida ad amministrare senza neanche passare dal vaglio elettorale con la stessa tracotanza esercitata nel suo mandato da Sindaco. Il sindaco che ha privatizzato Ataf, bocciato le proposte su una gestione virtuosa e pulita dei rifiuti, che tiene segreto il regolamento urbanistico in via di adozione, che chiude occhi e orecchie sul passaggio TAV a Firenze…
Renzi, giovane e acclamato segratrio di un Partito Democratico che benedice un nuovo governo come una normale successione al trono.

Nella città che ha fatto da trampolino al nuovo governo e al nuovo “re” e farà da modello per il paese non vogliamo scoraggiarci, vogliamo dare forza alle esperienze dal basso e alle molte resistenze che danno un senso alle parole solidarieta’, mutuo appoggio e autogestione, rendendole le fondamenta su cui costruire un’idea di futuro.

per info sulle vicende citate
http://notav.info
http://www.autistici.org/spintadalbass/
http://www.abitarenellacrisi.org

Quanta fretta, ma dove corri

La politica vive molto spesso di teatrini preconfezionati e strategie comunicative scontate.

Un classico esempio e’ annunciare un risultato prima di averlo ottenuto.

Il signor Matteo Renzi proprio in questi giorni ci ha regalato uno splendido esemplare di esternazione per la nostra collezione.

Un po’ per coprire il ritardo e la scarsa attenzione riposta nel nuovo regolamento urbanistico, un po’ per rilanciare slogan ad effetto e guadagnare visibilita’ sui media, martedi’ 28 gennaio appare su alcuni quotidiani locali, la notizia che il nuovo regolamento urbanistico e’ stato approvato.

In realta’ se si controlla sul sito http://regolamentourbanistico.comune.fi.it/ l ‘ultima news risale a dicembre del 2013, non c’e’ riportata alcuna novita’. Forse pero’ i tagli alla politica non hanno lasciato i soldi per rinnovare il contratto a chi lo aggiorna, quindi abbiamo cercato di approfondire.

Leggendo meglio gli articoli si comprende che in realta’ nulla e’ stato varato, ma il testo e’ passato dal vaglio della Giunta. Ora dovra’ continuare il proprio percorso, per arrivare in consiglio comunale e poi compiere tutti gli altri passaggi fino alla pubblicazione. Che senso ha dunque uscire a sorpresa e dichiarare che i lavori sono conclusi, e ringraziare tutti i tecnici che si sono prodigati per questa magnificenza, che coniughera’ ecologia, ripresa dell’edilizia, occupazione ?

A noi vengono in mente diverse motivazioni, ma nessuna di essa e’ particolarmente onorevole.

Proviamo a fare qualche ipotesi.

Il regolamento non sara’ approvato per fine mandato, ma probabilmente ricadra’ nel prossimo, ma nei ricordi dell’opinione pubblica rimarra’: tutto finito nei tempi prestabili. Ovvero il mantra della politica del “fare non facendo”, ma confondendo le acque.

Non e’ chiaro inoltre cosa voglia fare Matteo Renzi della propria carriera politica, se anche non sara’ piu’ sindaco di Firenze, comunque potra’ annoverare nel curriculum, il varo del regolamento urbanistico, almeno da un punto di vista mediatico.

Un’altra ipotesi. Si intende veramente recuperare il tempo perso, e forzare la mano per finire, entro fine marzo. Si attua per questo la manovra classica per eludere i processi decisionali democratici: il regolamento e’ pronto, i lavori sono finiti, i successivi passaggi non hanno piu’ nulla da discutere, questo e’ il migliore dei piani possibili, nella migliore Firenze possibile, non c’e’ piu’ nulla da aggiungere. Un po’ come per le elezioni, si dice di aver vinto ancor prima delle votazioni, perche’ tutti vogliono stare con il vincitore, e cosi’ si orienta la preferenza.

Si potrebbe anche leggere come una velata minaccia: non provate a metterci i bastoni tra le ruote nei consigli e nei quartieri, tanto e’ tutto gia’ deciso.

A confermare questo atteggiamento, non privo di una certa tracotanza, si inseriscono poi le esternazioni di berlusconiana memoria, che tanto piacciono agli italiani: il varo di questo piano creara’ 10 mila posti di lavoro. Frase ad effetto, non importa quanto fondata sia, tanto nessuno potra’ mai verificarla, ne’ chi l’ha detta, ne’ chi l’ha udita.

E’ interessante pero’ una coincidenza: nel giorno in cui si annuncia il regolamento urbanistico prossimo venturo, piovono lettere di licenziamento per tutti gli operai della Seves. Questa azienda si trova proprio accanto all’Ex Cerdec, un’area dismessa ai piedi delle colline e delle ville medicee nel borgo di Castello. La Cerdec e’ citata tra gli interventi previsti nel nuovo regolamento e con la prossima chiusura della Seves l’area edificabile diventa ancora piu’ ampia e quindi piu’ ghiotta per investitori e speculatori.

Ricordiamo ancora bene una cena in strada in solidarieta’ ai lavoratori della Seves, dove l’allora neo sindaco faceva bella mostra di se’, contornato da una cerchia di operai fiduciosi e lusingati per le attenzioni concesse loro. Ora a distanza di un paio d’anni si puo’ misurare nei fatti quanto valgano promesse, esternazioni e quale sia l’attuale peso della politica sulle decisioni del mercato: la Seves e’ chiaramente un’area industriale da dismettere, con i suoi lavoratori in toto, e sulla quale edificare case o supermercati, era evidente anche tre anni fa quando a quella cena si blaterava di improbabili riprese e investimenti.

Le istituzioni hanno come unico compito il facilitare queste operazioni. Se qualcuno aveva creduto in un destino diverso: aveva capito male, cosi’ come se dai lanci stampa sul regolamento urbanistico si capiva fosse gia’ stato approvato, si tratta chiaramente di un’incomprensione. Uscite ad effetto e smentite fanno parte dell’armamentario retorico della politica. Abituatevi.

Matteo non e’ in mala fede, siamo noi che fraintendiamo quello che dice.

Qui di seguito i passaggi di approvazione del piano urbanistico, cerchiato in rosso dove siamo attualmente

percorso regolamento urbanistico feb13

Merc 18 dicembre presidio lavoratori coop sociali

coop-presidioMerc. 18 dicembre

Presidio lavoratori coop sociali in via Alinari 21, ore 16.30

no inceneritore nella Piana: Sab 7 dic ore 14.30 manifestazione

manif 7 dicembreFrontemanif 7 dicembre 2013 VOL5